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al testo di Amina Narimi
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Ti porterò ogni volta a piedi Sulle Vie dei sogni
Un recitato di preghiera un calpestio di cervi claudicandi che hanno imparato Zingiriàn toglie respiro al sonno. sulle tempie si fanno gemme ai fianchi i rami invano viene sera e la calma nel cortile
Un pieno di Sole non scompare ovunque vadano i raggi a sbiadire soia durerà a lungo il viso acceso per soffiare le foglie di abacaba sulle braci, scaverò una buca con le mani per tizzoni -non si sarebbero più spenti- verso un volto ignoto di frontiera a rivedere la stessa Terra, un'altra mano fare il segno della croce. sul lembo di foresta annaffiando i fiori. fino all'ultimo rifugio la stessa pace. a scendere le scale della sua esistenza -di un vivere come vuole- ho diffuso una danza lenta nelle fiamme sulla Testa di Nostra Madre. indurito la punta delle frecce. Conserverò l'acqua -agli occhi- per i campi di pianura. le radici dolci a cielo aperto. della Tua Poesia il sangue una miniera per la fame -rifugio d'animali- metallo grezzo sulla canoa del tempo:Urihi sulle Vie dei sogni. lo stesso fuoco si riposa
Col silenzio sulle spalle di un monsone che chiude il tuo bagliore di granito tra le dita. ti porterò ogni volta a piedi per la prima volta leggendo sabbia il mio piccolo Dio tenendo a bada le mosche nere dalla taiga ai Dani
Dal sottobosco alle montagne respirerò appena il NomeErrante battuto dal vento con le mesa affidandomi al segreto che rimane dei bambini quando vogliono Restare
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